L’Iran cliente di Trump mentre Cina e Russia restano a guardare
Il bluff cinese: troppa prudenza, pochi fatti
La Cina, pur avendo forti legami commerciali con l’Iran e seri interessi energetici nel Golfo, ha giocato una partita molto cauta . Nessun intervento militare, nessuna pressione efficace: solo dichiarazioni diplomatiche e una proposta di risoluzione all’ONU.
Risultato: l’accesso ai flussi energetici è protetto, ma la Cina non ha guadagnato influenza né come potenza politica né come difensore strategico. Sul campo, la “grande potenza emergente” è rimasta in disparte.
La Russia di Putin tradita dai numeri
La Russia, nonostante il Trattato di partenariato firmato con Teheran nei mesi precedenti, ha offerto a livello bellico solo parole . Un’alleanza sbandierata, ma non confermata da fatti: niente forniture di sistemi difensivi essenziali.
Il conflitto ucroniano ha prosciugato le capacità logistiche russe, e ora l’Iran appare come un’appendice instabile, non un partner solido. Sul piano geopolitico, Mosca ha perso credibilità: il suo prestigio è calato visibilmente.
Khamenei tra crisi economica e ripiegamento su Trump
Mentre la situazione sul campo peggiora, l’economia iraniana implode: inflazione alle stelle, crollo della lira e proteste in aumento . Khamenei è costretto a barcamenarsi tra resistenza ideologica e pragmatismo politico.
Il ritorno di Trump porterà a negoziati indiretti, con l’Iran pronto a trattare un accordo nucleare limitato, ma solo con condizioni conservative, dettate da Khamenei stesso Insomma, un patto di convenienza, non un cambio di rotta radicale.
Bilanci geopolitici ed effetti a cascata
Attore | Ruolo nel conflitto | Esito strategico |
---|---|---|
Cina | Osservatore prudente | Mantenuta stabilità energetica, ma poco influenza |
Russia | Alleato tattico, non operativo | Credibilità ridotta, interesse geopolitico vacillante |
Iran | Attaccato, ma stabile internamente | Fragile militarmente, dipendente e con regime in crisi |
USA + Israele | Coordinati e attivi | Hanno migliorato deterrenza e capacità di intervento |
Trump–Khamenei | Nuovo asse tattico | Strategia di sopravvivenza del regime teocratico |
Conclusione: chi ha perso la guerra?
Cina e Russia hanno mostrato i limiti della loro capacità di proiezione globale. Senza impegno reale, la loro influenza è apparsa assai fragile.
L’Iran, pur sopravvivendo ai raid, si è ritrovato semideclassato: ridotto militarmente, schiacciato economicamente e diplomaticamente isolato.
Khamenei, sotto pressione, ha scelto una via tattica: trattare con Trump, ma senza cedere terreno. Una mossa che dipinge l’Iran come clientela strategica più che partner egemone.
Il conflitto è terminato con una tregua, ma le ripercussioni sono profonde: l’asse russo-cinese non ha capitalizzato, l’Iran ha ricominciato a trattare – ma da posizione di debolezza, e l’era del confronto diretto tra potenze sembra oggi dipendere ancora dal volere americano.